"Non è il cammino impossibile, ma l'impossibile è cammino"

mercoledì 1 ottobre 2014

un posto alla volta


Della vicenda, o duello che dir si voglia, Malagó-Barelli, mi interessa soprattutto la questione del doppio incarico. Reputo Malagó, come già detto in altre occasioni, la persona adatta ai vertici del CONI ma, in tutta onestà, mi sfugge la sua rigida persistenza nel ruolo di Presidente del Circolo Aniene, una delle società più prestigiose in Italia. Non é il primo e, purtroppo, non sarà l'ultimo caso di accumulo di responsabilità. Doppi e tripli incarichi in politica sono all'ordine del giorno: infatti rappresentano la causa maggiore di cattiva amministrazione, nel peggiore dei casi di malaffare e corruzione. Dovrebbe esistere un impedimento legale ad assumere più ruoli di responsabilità nello stesso ambito durante lo stesso periodo di tempo - la cosiddetta e beneamata incompatibilità -: in assenza di un quadro legislativo, il buon senso dovrebbe consigliare le dimissioni dall'una o dall'altra parte. Le conseguenze si avvertono ad alti livelli, sotto gli occhi di tutti e con forte esposizione mediatica, ma anche nei bassifondi, all'oscuro dell'opinione pubblica, spesso con conseguenze molto più pesanti che nel primo caso. Il protagonista si difende dicendo " parlavo come Presidente del CONI non come rappresentante di società ": mi chiedo come sia possibile fare questa distinzione, visto che la persona é unica e sempre la stessa. Tenere separati i piani é praticamente impossibile: agli occhi altrui qualsiasi scelta, anche la più logica e sensata, apparirà come inquinata e destinata a fare gli interessi del promotore. Rinunciare ad un incarico potrebbe essere doloroso sotto l'aspetto retributivo - se fosse previsto un rimborso - oppure per un minore esercizio del potere pubblico: ma c'é un indubbio guadagno in libertà e pulizia di manovra, non essendoci conflitti di interesse e non dovendo giustificare a nessuno le proprie scelte, se non per la bontà o meno delle stesse. C'é poi un problema reale legato alla possibilità concreta di svolgere adeguatamente più mansioni: la logica ricorrente é affidare, in nome del contenimento della spesa, più incarichi alla stessa persona. Basti vedere cosa sta succedendo nella scuola, con presidi che devono saltare da un plesso all'altro con il risultato di far poco e male. Se la buona politica si vede dal risparmio indiscriminato, allora va bene così. Credo invece che la parsimonia, esercitata già da secoli in ogni nucleo famigliare, vada applicata ad alcune priorità.

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