"Non è il cammino impossibile, ma l'impossibile è cammino"

lunedì 18 giugno 2018

non solo giovani

È sbagliato pensare che un vero settore giovanile possa stare in piedi senza una prima squadra. Guardiamo al Friuli Venezia Giulia: non è un caso che le squadre giovanili più impattanti siano Trieste e Udine dove c’è la serie A. Che si debba lavorare sulle nuove generazioni è un fatto assodato: se non c'è costruzione non c'è ricambio, se non c'è ricambio non c'è futuro per la pallacanestro. Allo stesso tempo, i ragazzi devono intravvedere un'immagine prospettica: un punto di approdo, una linea di arrivo. A Trieste, tutti i cestisti in erba sognano di calcare quel parquet, agognano di giocare nella squadra della propria città: ecco perché l'entusiasmo è alle stelle, perché sono molti i praticanti e perché ci sono ragazzi di sicuro avvenire. L'effetto traino dato dalla squadra della città diventa carburante affinché la pallacanestro giovanile possa correre ad alta velocità. Frasi del tipo ‘ ci occupiamo dei giovani, non ci interessa la squadra senior ‘ appaiono come slogan altisonanti ma privi di lungimiranza. È come costruire le fondamenta di una casa e poi lasciare tutto a metà. Penso alla mia città e capisco perché molti ragazzi sentano forte attrazione per quei lidi dove la pallacanestro si trova ai piani alti: non è questione di qualità delle squadre, spesso non così alta, nemmeno di staff tecnici, non così superiori. Giocare in un settore giovanile di una società importante vale di per se sacrifici e chilometri, se non altro per inseguire un sogno, per dare un senso alla passione. Anch'io ho un sogno: che i giovani di Pordenone possano avere l’ambizione e sentirsi fieri di giocare nella squadra della città. E, che attraverso quella maglia, possano indossarne altre, più prestigiose, come è successo già a tanti nativi di questa terra. Ecco perché sono felice che si stia risalendo la china: questa città merita una prima squadra di valore, se non altro per la storia importante e per ciò che rappresenta. Quando gli allenatori parlano ai giovani, non hanno bisogno solo di idee, ma anche di esempi: le idee sono astratte, gli esempi hanno carne e ossa e li puoi vedere, ascoltare, toccare tutte le domeniche, al palazzetto dello sport, ora palaCrisafulli, solo per ricordarne uno - pace all’anima sua - che pordenonese doc prima di giocare con le celebri scarpette rosse indossava la prestigiosa maglia della Romolo Marchi.