"Non è il cammino impossibile, ma l'impossibile è cammino"

lunedì 23 maggio 2016

protezione minori

Protezione civile. Protezione solare. Protezione animali. Ne manca una: protezione minori. I ragazzi sono in pericolo. Gli adulti - noi adulti - siamo, a volte inconsapevolmente altre meno, la vera minaccia. Abbiamo invertito gli indici di penetrabilitá: usiamo valori protettivi alti verso raggi innocui e bassi verso quelli dannosi. Concediamo uso illimitato di internet, non consapevoli fino in fondo dei rischi annessi, e ci scagliamo con vigore e risolutezza contro i maestri o gli allenatori che non svolgono correttamente il loro compito. Siamo pronti a denunciare qualsiasi mossa ritenuta illecita ma non ci curiamo del tempo immane che i ragazzi trascorrono navigando virtualmente. Ci sono aspetti e situazioni della vita da cui non é possibile proteggersi: il dolore ad esempio. Per quanto si voglia costruire intorno agli adolescenti una corazza impenetrabile, non potranno evitare l'esperienza della sofferenza, sia fisica che emotiva. Cadere in bicicletta é assolutamente normale, non è normale vietarne l'uso. Anche la frustrazione fa parte del corredo: non si può avere sempre ciò che si vuole, non si può sempre vincere, non si può sempre stare in campo ( ok, neanche mai ), non è sempre detto che si ottenga ciò che si meriti. La paura é un altro elemento inevitabile: gli ostacoli vanno affrontati, non evitati, nessuno può sostituirsi ad un altro nell'esercizio delle proprie funzioni. E piangere? Piangere fa bene. Non è vero che le lacrime sono segno di debolezza, significa che il cuore non é solo un organo anatomico, ma anche il centro delle nostre emozioni. Pensare che i ragazzi possano vivere spensierati e in uno stato perenne di serenità é pura follia: vivere in prima persona la fatica di diventare grandi sarà la palestra di allenamento per raggiungere traguardi importanti. Abbiamo sbagliato avversario: chi gioca contro non è colui che possiamo vedere o toccare e con cui possiamo parlare. " Come due occhi che stanno a guardare da dietro una tenda e non si fanno notare, come sabbia sotto al cemento. C'è qualcuno che muove la coda, in questa stanza vuota": ciò da cui dobbiamo davvero proteggerci é invisibile e sfuggente. E ride di gusto nel vederci rancorosi e divisi, anziché uniti per una battaglia comune.

giovedì 19 maggio 2016

bandiera a terra

Domenico Fantin. Roberto Bullara. Sandro Brusamarello. Stefania Gaspardo. Marco Cusin. Antonia Peresson. In ordine strettamente cronologico e che hanno indossato la maglia azzurra negli ultimi trent'anni con la nazionale A, di provenienza circondariale, visto che provincia ormai é da considerarsi termine obsoleto. A me piace parlare di terra, di piedi che calpestano gli stessi campi da gioco, di frequentazioni comuni, di un dialetto che non é né friulano né veneto. Una terra che si trova ai margini della pallacanestro che conta ma che non ha mai smesso di essere fertile. Terra di allenatori: alcuni migranti per necessità, altri stanziali, poco profeti in patria, ma generosi ed umili lavoratori di palestra. La bellezza - e nello stesso tempo il mistero - sta nell'impossibilità di predeterminare e programmare il talento: sebbene nella Germania dell'est e in Cina abbiano provato a fabbricarli, la verità é che i campioni nascono e crescono dove vogliono, spesso in situazioni svantaggiose ed anonime. Parimenti, la casualità non può spiegare da sola una produzione così alta in una fetta limitata di territorio: senza società lungimiranti, allenatori saggi e pazienti, compagni di squadra agonisti, genitori discreti, il miracolo non potrebbe compiersi. Malgrado i prodotti della natura si possano trovare ovunque, non sempre la cucina é in grado di sfornare piatti all'altezza. I ragazzi vanno lasciati in pace, al riparo da pressioni e aspettative: se é vero che senza acqua una pianta non può crescere, un'eccessiva innaffiatura la può soffocare. Tornare a lavorare nel silenzio, lontano dai riflettori, permette ai giovani e fragili virgulti di non bruciare le tappe e di arrivare all'appuntamento con la celebrità nei modi e tempi adatti. É indispensabile sfatare un tabù: non è vero che la nostra terra non dà più talenti. Sotto la cenere il fuoco non si è spento. Non facciamoci del male da soli continuando a lamentarci di ciò che non c'è o non esiste più. La nostra piccola e breve storia insegna che ad un periodo di magra ha fatto sempre seguito una rinascita. La bandiera ora è a terra. Ci vuole solo un eroe qualunque che la raccolga e che la porti in alto.

sabato 7 maggio 2016

età d'oro




Praticamente inesorabile. Come una lama tagliente. Come la notte che vince sul giorno. Così é il tempo. Non c'è sconto. Non c'è raccomandazione. Non c'è premio. Non c'è controllo. Il tempo c'è e basta. Non esiste possibilità di allungare nemmeno un secondo di ciò che é già scritto. Abbiamo la memoria, per ripercorrere il passato, e la fantasia, per immaginare il futuro. Ma nient'altro. Possiamo solo scorrere, trascinati dalla corrente di un fiume di cui non conosciamo né la sorgente né la foce. Incredibilmente giusto. Come due pesi uguali sulla bilancia. Come il sole dopo la pioggia. Nessun privilegio. Nessuna deroga. Si viaggia tutti in classe standard. Ciascuno invecchia, i buoni come i cattivi, ricchi e poveri, celebrità o sconosciuti. Per quanto ci si possa dannare su questa terra, non potremo conservare nulla di ciò che abbiamo. Siamo venuti al mondo e ce ne andremo nudi. Tutto ciò che facciamo in mezzo vale il giusto, niente di più. Maledettamente prezioso. Come l'acqua per la terra. Come il latte materno. Mentre la vita si accorcia, il tempo si allunga. Non c'è più tempo per ciò che non ha valore. Non c'è tempo da perdere, soprattutto in lamentele o inutilità. Quando capisci che il tempo é la cosa più importante, ormai é troppo tardi. I giochi sono fatti. Chi ha tempo a diritto a sbagliare, chi non ne ha non può permetterselo. Il tempo non è denaro. Il tempo è tempo. Non c'è nulla che valga di più.