"Non è il cammino impossibile, ma l'impossibile è cammino"

martedì 14 novembre 2017

s-Ventura a parte

Assisto non più di tanto sbigottito all’incenerimento virtuale e morale, per fortuna non ancora reale, del povero Ventura che, dopo le ultime disavventure, farebbe bene ad aggiungere una S maiuscola al cognome, se non altro per coerenza con i fatti di cronaca. Purtroppo per lui e per l’italia del pallone, è solamente capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non è certo colpa di Ventura - ribattezzato qui S-ventura - se Totti ha smesso di giocare o se Florenzi non vale nemmeno un’unghia di Alex Del Piero. Se in centottanta minuti - quasi centonovanta - gli azzurri non sono riusciti a segnare nemmeno un goal, significa che c'è un problema a monte e scaricare tutto sul navigato - se non altro per l’età - CT non è altro che l’ennesimo codardo tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto. In verità, e lo dice uno che di calcio non ne sa un piffero, non c'è traccia in giro di giocatori degni del tricolore sulla maglia. Il fallimento - almeno momentaneo - del calcio è del tutto coerente - e solo ultimo in ordine di tempo - a quanto sta succedendo allo sport nel nostro paese: a parte qualche caso eccezionale, dovuto a talento inimmaginabile e non programmabile ( vedi Cagnotto e Pellegrini ad es. ), non esistono risultati eclatanti o degni di nota: la pallacanestro e la pallavolo ( persino femminile ) sono usciti ormai da un bel pezzo dal radar mondiale, il rugby, dopo una fase di entusiasmo iniziale, sta tornando ad essere uno sport di nicchia tant’è che molte nazioni vorrebbero ripristinare il vecchio 5 nazioni e rispedirci nel dimenticatoio. Cosa sta succedendo? Succede che un governo sportivo che finanzia solo lo sport di alto livello ( e solo per alcune discipline ) enfatizzando le medaglie olimpiche e dimenticandosi colpevolmente della fase formativa rivolta agli atleti in evoluzione ha smarrito la propria funzione e la strada maestra da seguire fedelmente. Mentre le generazioni precedenti compensavano attraverso iniziative di stampo personale e privatistico - si pensi solamente alla funzione degli oratori, dei parchi e dei campetti - oggi è necessario costruire percorsi di apprendimento tecnico studiati scientificamente per opporsi alla pigrizia e sedentarietà dilaganti nel mondo giovanile. Gli stessi ragazzi che praticano sport non hanno la benché minima idea di cosa significhi allenarsi, complici metodologie di stampo moderno - o modernistico - che contemplano sessioni di lavoro non troppo faticose e, soprattutto, dilazionate nel tempo. Per paura di perdere clientela (mah!), si è pensato di abbassare il livello dell’offerta con il risultato che gli atleti veri sono sempre più merce rara e non certo frutto di programmazione. Perciò, non ci si strappi i capelli se per un’estate mancheranno le magiche giocate azzurre: ben venga, invece, questa eliminazione se riuscirà non tanto a disfarsi del solito capro espiatorio ma farà aprire gli occhi a chi di dovere. Ecco perché perdere, a volte, può essere salutare. L'importante, come dice Velasco, non è cercare il colpevole, ma capire il motivo. ( 1-continua )