"Non è il cammino impossibile, ma l'impossibile è cammino"

domenica 27 novembre 2016

i care

Di cosa ha bisogno la pallacanestro? Di anima, passione, cuore. C'è bisogno che l'allenatore della squadra ultima in classifica si adoperi come se fosse in testa: stessa partecipazione, stessa ambizione, stessa professionalità. Non esistono ricette miracolose, non è possibile trasformare in oro ciò che è destinato ad essere argento o bronzo. Ma la vera opera d'arte, il vero capolavoro, sta nel dare il meglio di se stessi nelle situazioni più disperate e negli angoli più remoti della terra. Spesso ci si dimentica, colpevolmente, che i campioni non scendono dal cielo ma sono il prodotto finale del lavoro silenzioso e sotterraneo di chi si trova ai margini del successo: per un giocatore di serie A ci sono centinaia di compagni di squadra, di cui, magari oggi, si sono perse le tracce. Non ci sarebbe stato Danilo Gallinari senza le decine di sconosciuti compagni di viaggio che oggi riempiono le liste dei campionati minori e che si divertono a cena a raccontare una storia diventata epica grazie anche alla personale partecipazione dalle retrovie. Non si può chiedere ai giocatori di lottare se gli allenatori, per primi, gettano la spugna. Le piccole cose, come sempre, fanno la differenza: arrivare puntuali, preparare il piano di lavoro, inventare situazioni nuove, coinvolgere tutti senza distinzione, non smettere mai di correggere. La correzione è il regalo più grande che un allenatore fa ai propri giocatori: sarebbe più facile e meno costoso tacere, far finta di niente, lasciare che gli errori scorrano a fiumi fino a compromettere lo sviluppo tecnico di ciascuno. C'è una bella differenza tra correzione ed umiliazione: nel primo caso l'obiettivo è la costruzione, nel secondo la distruzione. Tutto questo vale anche nel caso, purtroppo frequente, che un giocatore non possa o, peggio, non voglia cambiare le cattive abitudini. Sapere, saper fare, saper essere: tutte caratteristiche indispensabili, ma la più importante è l'ultima. Possiamo anche non conoscere perfettamente la materia, possiamo anche sbagliare nell'agire, ma non ci è concesso non essere veri. I giocatori perdonano tutto, fuorché l'indifferenza. ' I care ' ( mi interessa, ho a cuore ), diceva Don Milani: se qualcosa cattura la nostra anima, non c'è errore che valga.

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