"Non è il cammino impossibile, ma l'impossibile è cammino"

giovedì 19 aprile 2012

un giorno da eroi

Adesso che anche la matematica spazza ogni dubbio, largo alle dediche. 
Prima di tutto a me stesso: solo Dio può sapere le lacrime e il sangue versato sul campo. Non si vince se non si lavora duramente. Per me é stato un lavoro estenuante: non sono più un allenatore promettente, semmai discendente, prossimo alla decadenza. 
Poi i ragazzi: solo io posso sapere quello che hanno sopportato. La mia fatica è diventata la loro, hanno assorbito le mie paure, condiviso i sogni. Hanno continuato a crederci malgrado tutto e tutti. E hanno strameritato questa soddisfazione. Se c'è qualcuno o qualcosa che governa il destino sportivo, stavolta ha visto giusto. 
La mia famiglia: solo loro possono sapere quando stare alla larga, quando avvicinarsi, quando parlare o star zitti. Può sembrare strano, ma spesso una vittoria si costruisce tra le mura di casa. 
La società per la quale lavoro: colpita al cuore, sofferente, raggiunta finalmente da una bella notizia. 
La mia città: può sembrare pretenzioso, ma un titolo regionale assume contenuti che vanno oltre lo sport. 
Mi piacerebbe dire che non mi accontento, che quello che abbiamo fatto è solo una parte, che ci attendono altri traguardi: per una volta, però, almeno qualche secondo, voglio fermarmi e contemplare il paesaggio. Le belle cose, si sa, durano poco: è anche vero, però, che otto mesi sulla graticola meritano almeno un giorno da eroi. Domani riprende la lotta.

domenica 8 aprile 2012

vita defilata

La mia fortuna sta negli assistenti. Non si parla mai abbastanza di loro. Anch'io ho fatto l'assistente, persino del mitico Dido Guerrieri, il professore. Ho ancora impresso nella memoria il suo arrivo al forum: accortosi dello sfondo viola sulle pareti, esclamò perdendo per un attimo il suo aplomb: "non vinceremo mai qua dentro!" La bravura dei miei collaboratori non sta tanto nelle conoscenze tecniche, quanto nella sopportazione. Lavorare con un paranoico compulsivo per 10 - 12 ore alla settimana non deve essere un compito facile. È vero che un vice non si prende colpe, ma nemmeno meriti. Nessuna critica, allo stesso tempo niente menzioni. Di notte forse dorme, ma di giorno vive all'ombra. Si trova dietro le quinte, tra vantaggi e svantaggi. Oggi, giorno di Pasqua, ho un pensiero speciale per loro: li ringrazio, soprattutto per le volte che hanno avuto il coraggio di non compiacermi. Se solo avessi la certezza di aver contribuito, almeno in parte, a mettere la pallacanestro in un piccolo angolo del loro cuore, mi addormenterei prima e meglio. Promesso, anche dopo una sconfitta di un punto sulla sirena dopo tre tempi supplementari. Con il pallone che gira dieci volte sul ferro.

mercoledì 4 aprile 2012

degni di vincere

Non deve essere facile: un campionato intero senza vittorie. Allenarsi comunque, sapendo di dover soffrire ogni benedetta domenica. Trovare motivazioni, energia, slancio: non è per niente facile. Qualcuno dice che vittoria chiama vittoria: può essere, l'abitudine può dare sicurezza, coesione, entusiasmo. La sconfitta cosa porta? Rabbia, rassegnazione, impotenza? I miei occhi in tanti anni hanno visto altre storie: ragazzi cresciuti alla scuola della sconfitta, affamati e disposti a tutto. Chi ha toccato il fondo conosce il valore della superficie e non vede l'ora di risalire. Ho visto gente ubriacarsi di vittorie e non essere più in grado di soffrire. Ho visto gente sorridere da bambini e piangere da grandi e viceversa. I conti si fanno alla fine e spesso tornano per chi ha dovuto ingoiare all'inizio. Sono felice che alcuni ragazzi abbiano toccato la vittoria all'ultima giornata: un premio che solo loro possono gustare fino in fondo. Coraggio, partire 10 metri indietro o con 30 secondi di ritardo può solo rendere più forti. Non ascoltate chi dice che non eravate degni di partecipare: indegno è solo chi non sa perdere. Voi invece avete dimostrato di saperlo fare. Dignitosamente.