"Non è il cammino impossibile, ma l'impossibile è cammino"

giovedì 21 gennaio 2016

voi



Voi.
Voi che avete diviso l'umanità in colpevoli ed innocenti.
Voi che siete sempre innocenti.
Vi invidio.
Voi che avete chiara in mente la distinzione tra il bene e il male.
Voi che state sempre con il bene.
Vi ammiro.
Voi che conoscete la verità prima che sia fatta.
Voi che avete la sfera di cristallo.
Mi compiaccio.
Voi che avete spesso cose da dire agli altri.
Ma mai a voi stessi.
Voi che non mettete la faccia.
Che affidate i vostri pensieri alle dita.
Vi onoro.
Vi chiedo un favore.
Portate rispetto per chi brancola nel buio.
Per chi non ha certezze.
Per chi non emette verdetti.
Per chi è più confuso oggi di ieri.
E preferisce stare in silenzio.

martedì 19 gennaio 2016

dannata inquisizione

Sento dire cose terribili. Bambini mostri. Insegnanti distratti. Genitori incapaci. Tutti colpevoli. Ancora prima di ascoltare. Prima di capire. Un'orda giustizialista, precipitosa e famelica, che indebolisce e rende torbido il pensiero. Di fronte a un dramma, come ad una sconfitta, il suono ideale é il silenzio. Nel silenzio sgorgano verità e rispetto. Merita rispetto, solidarietà e affetto una bambina di 12 anni, come, fino a prova contraria, li meritano i suoi coetanei, bambini anch'essi. Faccio fatica a collegare la cattiveria all'infanzia, a meno che non esista un intervento esterno premeditato ed intenzionale a violare l'innocenza connaturale all'età. Così come infastidisce non poco questa gretta inclinazione nel cercare responsabilità in chi esercita funzioni educative: un insegnante vive una porzione assai ridotta con i propri alunni e non è così scontato che i disagi emergano in modo limpido ed inequivocabile. Per quanto i compagni di classe possano essere fisicamente riconoscibili, non é assolutamente detto che la comunicazione avvenga in ambiente od ore scolastiche, visto la proliferazione di luoghi virtuali ormai accessibili anche in tenera età (purtroppo). Per chi è genitore, scagli la pietra chi non ha mai usato una parola di troppo o di meno, chi non é mai mancato nel dedicare tempo e affetto, chi ha dato sempre l'esempio perfetto in ogni circostanza: malgrado gli errori si contino a frotte, di mostri in giro per fortuna se ne vedono pochi. Non è mia intenzione asserire che il bullismo non esista, ma nemmeno che la colpa sia definita e circostanziata. O siamo colpevoli tutti, o nessuno. La caccia é forse più violenta e cinica delle streghe stesse.

martedì 12 gennaio 2016

soluzione in movimento

A Sacile hanno sospeso le lezioni di educazione fisica perché il parquet é scivoloso e gli infortuni sono all'ordine del giorno. Non è una novità: chi lavora in palestra quotidianamente conosce bene l'argomento. Ad essere onesti, se il palazzetto liventino viene considerato inagibile dalla dirigenza didattica, mi viene difficile pensare ad impianti idonei in circolazione: la stragrande maggioranza degli ambienti deputati all'esercizio fisico scolastico non ha le credenziali necessarie. Inoltre, mi vengono in mente le lezioni di quarant'anni fa: palestre affollatissime, spazi angusti, insegnanti non proprio zelanti, eppure infortuni ridotti al minimo se non addirittura assenti. Cos'è cambiato? A parte un giustificato aumento di apprensione verso possibili provvedimenti legali, l'elemento determinante é rappresentato dalla stessa utenza. Mentre le palestre sono rimaste le stesse, i ragazzi di oggi non sono quelli di ieri. Migliori o peggiori, non è questo il problema. Il problema é che una buona parte dei ragazzi di oggi arriva alle scuole medie e superiori con un bagaglio di esperienze motorie ridotto al minimo. Non è che in passato gli alunni dell'asilo - o meglio detta scuola materna - o delle elementari facessero lezioni pratiche in palestra. Le palestre erano prati, alberi, fossi, muretti, vialetti, strade, cespugli. Chi di noi non tornava a casa con qualche ferita, prontamente nascosta per evitare guai peggiori. I ragazzi di oggi sono bravissimi sotto l'aspetto linguistico, hanno un vocabolario ampio e forbito, ma molti di loro sono letteralmente analfabeti per quanto riguarda le abilità motorie. Essendo il corpo fatto geneticamente per muoversi e sperimentare, appena entrano in palestra sentono il bisogno di fare, ma non possiedono i  requisiti  necessari per controllare la gestualità, in particolare nelle situazioni dinamiche di gioco o di attività sportiva dov'è é previsto inevitabilmente il contatto. Trovo quindi assurdo trovare un pretesto nelle palestre o nei pavimenti lisci: é necessario andare alla radice della questione. Se non si arriva rapidamente ad un patto tra famiglie, scuola e istituzioni per la costituzione di una vera e propria task force dove l'attività fisica diventa l'urgenza primaria, il futuro prossimo che ci aspetta sarà una moltitudine di giovani sovrappeso e sgraziati intenti a mandare messaggi virtuali e a partecipare come spettatori agli eventi. Rifare i pavimenti alle palestre é come dare una mano di vernice sopra la muffa: ripartire dal movimento, questa è la soluzione.