"Non è il cammino impossibile, ma l'impossibile è cammino"

mercoledì 8 maggio 2019

a scuola sventola bandiera bianca

Tra un preside o un insegnante preso a schiaffi e pugni ed un decreto che cancella le sanzioni e impone il divieto di bocciatura alle elementari, c’è sicuramente un filo di coerenza che li tiene uniti: la morte della scelta educativa all’interno delle mura scolastiche ( e forse, anche oltre le mura ) e la resa incondizionata di quella che dovrebbe essere una delle istituzioni di riferimento per i giovani.  Le famiglie, che non sudano e non lacrimano sangue nel difficile compito di crescere le nuove generazioni - perché una cosa è la crescita antropometrica, ben altro quella umana - , trovano risorse supplementari per accanirsi in difesa della propria stirpe, a detta loro perseguitata da provvedimenti assurdi ed esagerati, se non addirittura tendenziosi verso atti non commessi, o comunque di lieve entità. Mi chiedo quali siano, in questo particolare momento storico, gli strumenti a disposizione per chi si occupa di educazione dei giovani. Certo, se vivessimo nelle favole dei fratelli Grimm, non ci sarebbe bisogno di ammonizioni, punizioni, sospensioni: nella visione ideale pedagogica, l’educatore non abbisogna di mezzi correttivi e gli allievi mettono in atto dinamiche e relazioni efficaci sia verso l’adulto che tra coetanei. La realtà odierna ha una faccia molto diversa: nella gran parte dei casi, i ragazzi sono male educati ( e non maleducati ) perché non hanno potuto fare esperienza di cosa significhi essere bene educati ( diverso da beneducati ). Se gli adulti, al posto di responsabilizzare i giovani di fronte ai loro errori, li proteggono anche quando questi hanno torto, commettono un vero e proprio peccato capitale dalle conseguenze catastrofiche. Il messaggio, tradotto in linguaggio popolare, suona più o meno così: ‘sappi che hai ragione anche quando hai torto e se qualcuno si permette di dire che hai torto deve fare i conti con me; sappi che nessuno può permettersi di dire che hai torto se non il sottoscritto e che delle sanzioni o sospensioni che siano me ne faccio un baffo’. In sostanza, non siamo di fronte ad un conflitto famiglia-scuola ( magari! ), ma ad una vera e propria negazione della realtà, un meccanismo di difesa che mina alle radici il senso etico dell’agire: i ragazzi, con questo andazzo, non sono più in grado di capire cosa sia giusto o non giusto fare, con gli effetti che tutti vediamo. Sono anni di trincea, prima o poi una baionetta arriverà; quota 100 non mi riguarda, la Fornero è ancora lontana. Sono datato, senz’altro superato, ma su questo terreno non ho intenzione di disertare: quando la scuola, per motivi di convenienza o quieto vivere, smetterà di ‘educare’, saremo tutti in pensione, anche se quotidianamente occupati ad ‘insegnare’. La bandiera bianca la porti qualcun altro.